La Storia di Silvia

Voglio cominciare la mia storia dalla fine. Da oggi. Oggi sono una persona più o meno felice, più o meno sana, con tanti progetti e scoperte da fare, con una vita insomma.

 

Ho trovato per caso questo gruppo di donne fantastiche, le Pink Amazons, di gran livello, che un evento negativo come la malattia ha accomunato, ma che da questo sono ripartite, si sono ritrovate e nello stare insieme hanno trovato la forza per divertirsi, amarsi. Quando al tramonto mi trovo con loro a pagaiare, nella calma piatta della natura, tra la luce rosa del tramonto e lo sciabordio dell’acqua, ecco quelli sono momenti di rara bellezza.

 

Non mi reputo una persona malata, non più di tante altre almeno, vivo così, senza pensarci più di tanto. Non sono mai stata una persona paurosa, amo l’avventura, che sempre ha accompagnato la mia vita, l’imprevisto, la competizione e la fatica. Sono sportiva da sempre, mi sono lanciata in mille sport, viaggi e sfide. Quando ho incontrato il cancro, non sono rimasta sbalordita. Ho pensato “ecco, ci siamo”, perché alla mia stessa età aveva già colpito e ammazzato mio padre. Ma anche mia nonna e una caterva di familiari.

 

Sono stata fortunata, almeno per ora, perché l’ho estirpato dal mio corpo e poi ho fatto terapia ormonale per circa 5 anni. Sono stati anni duri, pesanti, ma anche proficui. Si riflette su tante cose, si allontanano le persone inutili, si buttano le cose superflue, si cambia molto e si fa spazio. Oggi penso di essere una persona migliore, non so se perché ho avuto il cancro o solo perché sono passati degli anni e io sono cresciuta e maturata. Prendo quello che c’è di buono, come quando metti le mani a cucchiaio per bere acqua fresca da una fonte, mi abbevero della vita, e sogno le mie montagne, il prossimo trekking, la futura gara, la prossima avventura…