La Storia di Antonella O.

IO ERO, IO SONO

 

Ero e sono una ragazza piena di speranza ed allegria! A 30 anni, il ginecologo, avendo avuto una zia materna morta per un tumore maligno al seno, ha ritenuto opportuno iniziare con la prevenzione. Pertanto, da “bravo soldatino”, ogni anno in primavera eseguivo mammografia e pap-test e sono arrivata all’età di 45 anni, quando, al solito controllo, scoprono un nodulo di 8 mm. nel seno destro, ma, a detta dal radiologo (forse solo per tranquillizzarmi) di natura benigna, quindi rivedibile a 6 mesi. A dicembre era cresciuto arrivando a 11 mm., quindi si ritiene opportuno effettuare subito una biopsia. Immediatamente si insinua la paura, suggerita soprattutto dal fatto che nel giro di 2 ore riescono a trovarmi un posto per l’ago aspirato…Perché fanno così in fretta?

 

La telefonata di convocazione in ospedale arriva sul cellulare tre giorni dopo la biopsia, accentuando quella sensazione/certezza che qualcosa non andasse…. troppo poco il tempo per la diagnosi….Risultato: CARCINOMA DUTTALE INFILTRANTE G2 T1.

 

Il Mondo crolla addosso… per fortuna ho incontrato nel radiologo che ha voluto consegnarmi personalmente gli esiti, una persona umana e competente, mi ha fatto capire che con un intervento immediato saremmo riusciti a SCONFIGGERLO!!

 

Non nascondo che è stata dura accettare “il corpo estraneo e maledetto” nel mio corpo!

Anche se preparata al fatto che prima o poi sarebbe potuto succedere, non si è mai pronti.

Dopo il primo momento di shock e di pianti ho reagito combattiva … o lui o io!!!

Non vedevo l’ora di sottopormi all’intervento, avvenuto dopo circa 2 mesi dalla diagnosi.

Il trattamento chemioterapico non è stata una passeggiata….Ma sono una che non si abbatte, forte di carattere e solare. Ho reagito in tutti i modi: la chemioterapia mi avrebbe fatto perdere i capelli? Da lunghi che erano, tagliati subito corti ed alle prime avvisaglie di ciocche di capelli che rimanevano nelle mani, ho preso il rasoio e mi sono rasata tutta la testa… Ho scelto anche di non mettere una parrucca indifferente agli sguardi della gente per strada ….

L’importante era star bene con me stessa, non c’era ragione di nascondere il fatto che fossi senza capelli… per me era una cosa naturale per il periodo che stavo affrontando….

 

MI STAVO CURANDO!

La chemioterapia mi faceva star male, io andavo fuori casa a mi sembrava di rinascere.

Uscire da casa mi aiutava a sentire meno la nausea, chiacchierare con la gente che si interessava a come mi sentissi, era un modo per stanare e sconfiggere la mia paura.

Nei momenti di tristezza mi aiutava stare in mezzo alla gente e non chiudermi in casa!

Continuavo a chiedermi “perché proprio a me”? Poi capivo che più mi facevo domande di quel tipo, più mi deprimevo… e così uscivo….

Ho avuto un forte appoggio dalla mia Famiglia che non finirò mai di ringraziare ed AMARE!!!

 

Ho avuto l’appoggio delle mie Amiche/amici ai quali tengo molto. Al sabato sera, sapendo che mi piaceva tantissimo, mi portavano a ballare ed anche se ero sempre stanca per le cure che stavo affrontando e mi dovevo “frustare mentalmente” per uscire, ma era un toccasana!!!!

Tutte le sere, sapendo che dovevo camminare per combattere anche gli effetti collaterali dei farmaci, venivano e vengono tutt’ora a camminare… 6 km ogni sera di risate/battute e confronti….

 

Purtroppo nel 2013 dopo un anno dalla fine delle cure, “il corpo estraneo e maledetto” si è ripresentato nel seno sinistro e qui non nascondo che, se anche sono forte /solare e tutto quello che di bene volete dire di me…, mi sono un po’ depressa!!! Perché ti rendi conto che se anche tu fai tutto il possibile per curarti bene, condurre una vita sana, se vuole, “il maledetto”, si ripresenta!!!

Essendoci già passata una volta, purtroppo sapevo quello a cui sarei andata incontro, pertanto ero preparata sul comportamento da seguire per cercare di vivere nel miglior modo possibile il periodo delle nuove cure.

In questa seconda malattia, ho avuto la fortuna di essere una PINK AMAZONS… gruppo che abbiamo deciso di costituire nel marzo del 2013, per promuovere l’attività del Dragon Boat, riconosciuta a livello mondiale come attività sportiva efficace nella lotta al linfedema del braccio, nonché a promuovere varie iniziative inerenti anche alla prevenzione.

Il Gruppo allora presieduto da Antonella Bottazzi, mi è stato molto vicino.

 

Nel periodo in cui non ho potuto praticare l’attività sportiva, Antonella, per rendermi partecipe e starmi vicino, dopo gli allenamenti, con la cosiddetta “schiscetta” per tutte e due, veniva a cena da me e si fermava a dormire. Parlavamo di tutto quello che, per forza di causa maggiore, non potevo vivere in prima persona.

 

IO SONO E SARO’

 

La Donna combattiva che ero prima, forse ancora di più!

Non rimando a domani le cose belle che voglio fare. Vivo la Vita più intensamente.

La Donna che cerca di far capire a tutte le altre Donne che non bisogna aver paura!

La Donna/Amica che continua a tormentare chi conosce per fare prevenzione!!!

L’Amica che sa ascoltare, consolare, supportare le donne che, conoscendo i miei trascorsi, mi dicono che devono operarsi e sono spaventate

La Donna/Amica che aiuta e consiglia cosa fare nel periodo delle cure.

La Donna/Amica che vuole essere vicino a chi sta affrontando un periodo critico come il mio.