La Storia di Annalisa

ANNALISA: IO ERO, SONO, SARO’

IO una moglie, una madre, una maestra, una donna, nata e cresciuta a Cagliari, ma emigrata in un piccolo paese della provincia di Milano per seguire l’amore, conosciuto a soli quindici anni.  In Lombardia sono nate le mie due figlie e a Milano mi sono laureata, prima di scoprire l’intruso. Ho sempre dedicato il mio tempo alla famiglia, alla scuola, allo sport, alla lettura, al lavoro di volontaria come presidente della biblioteca comunale, con molta dedizione, serietà e rigore. Ho vissuto, come tutti gioie e dolori, delusioni e grandi soddisfazioni. Il tempo è volato: Ilaria e Beatrice sono diventate adulte, io e la mia dolce metà siamo diventati grandi insieme, poi in famiglia è arrivato Homer, un cagnolino per metà maltese e per metà shih tzu, che ci ha ammaliati e conquistati tutti.

Nel maggio 2015 una tempesta di vaste dimensioni si è abbattuta sulla mia vita, perché dopo uno screening mammografico, un’ecografia, una biopsia e una risonanza magnetica, l’intruso, un carcinoma mammario duttale invasivo, così ben nascosto da non riuscire a farsi individuare, si è palesato! Così IO, in prima persona, ho provato che cosa significhi sentirsi crollare il mondo addosso, non una frase retorica, ma una realtà che ti appartiene, che ti offusca la mente, che non ti lascia respirare, che ti fa battere il cuore all’impazzata e che ti fa sentire a un passo dalla morte. Purtroppo avevo già affrontato diversi lutti, tra i quali i più devastanti quello di mia mamma e mio fratello Vittorio, a pochi mesi l’uno dall’altro, rispettivamente per un tumore al seno e al cervello, perciò sapevo molto bene a cosa sarei andata incontro. Dopo un susseguirsi di visite, esami e controlli diagnostici, a luglio ho subito un intervento di mastectomia con dissezione ascellare, al quale hanno fatto seguito la chemioterapia, la radioterapia e un intervento di chirurgia plastica per la ricostruzione. È stata una parentesi di vita molto intensa, durante la quale ho sempre avuto vicine le persone che amo e le amiche di sempre, che mi hanno spronata a reagire e a non mollare mai. Grazie a loro ho trovato dentro di me la forza e il coraggio per affrontare tutte le difficoltà, per sentirmi una roccia, granitica come la terra che mi ha vista nascere. Ho imparato a vivere il mio presente in modo più intenso, con un maggiore entusiasmo e desiderio di fare, viaggiare, rischiare, confrontarmi con le persone ed espormi con meno riserve e timori. Nella sventura ho avuto la fortuna di conoscere Ezia, la Presidente delle Pink Karalis, la squadra in rosa della mia città, che mi ha messa in contatto con Antonella, presidente delle Pink Amazons di Milano.

Così ho iniziato a pagaiare sul dragone e a partecipare con entusiasmo e spensieratezza a tante iniziative, dalle sfilate di moda, alle gare, agli incontri con le Pink di tutta Italia, alle pose fotografiche e alle interviste. Mai avrei immaginato di pagaiare all’Idroscalo, che ho sempre snobbato, preferendo le acque limpide e cristalline della mia Sardegna, così come mai avrei pensato di entrare a far parte di un progetto, che mi ha vista protagonista, insieme ad altre donne operate di tumore al seno, di una mostra fotografica curata dalla stimata professionista Silvia Amodio.

Da allora ho sempre visto il mio futuro in rosa, perché continuo a far parte delle Pink Amazons, dapprima come semplice socia, successivamente come segretaria ed ora come presidente. Con loro mi occupo di prevenzione, di dragon boat, di sostegno e aiuto a tutte le donne che si trovano a dover affrontare la mia stessa esperienza. So per certo che dovrò vivere altri momenti di ansia e paura, perché ogni sei mesi i controlli ti aspettano al varco e ti riportano alla dura realtà, ma sono pronta ad affrontarli con la consapevolezza che potrò sempre rialzarmi e guardare ad oriente, per vedere il sole anche dietro le nuvole.